«Su una povera cetra/ a Te canto o Signore/le note del mio cuore». Si tratta della preghiera-dedica apposta da madre Margherita della Regalità di Maria (Angela Marletta Catania, 13.2.1923 – 23.7.2015) a questo bel libro di poesie. E veramente la vita della nostra amata Sorella è stata essa stessa un libro di poesie, versi eloquenti di una vita cristiana e monastica scritta giorno per giorno con sensibilità poetica e finezza di spirito. Un afflato lirico che ha fatto di lei una vera perla bianca, pura e lucente (la parola margherita dal latino significa appunto perla). Lei stessa, in una poesia del 25 ottobre 1986 ne è inconsapevole profeta: «Se m’immergo,/ se mi sprofondo/ tra le fiamme del tuo Cuore,/ tutta la mia miseria svanirà./ Metti Signore/ nel tuo fuoco/ questa polvere/ e la mia vita/ come perla brillerà.
Tenero e commovente il suo filiale affidamento alla Madonna, da lei amata anche nel ricordo della mamma terrena la quale, morta nel 1929, la lasciò orfana a soli 6 anni: «Dammi, ti prego, la tua Mamma almeno./ Maria di certo a te mi condurrà/ tra le tue braccia, o Gesù, mi lascerà» (senza data).
Lo Sposo celeste è venuto a prenderla nella notte tra il 22 e il 23 luglio 2015 dopo averla trovata con la lampada tenuta lungamente e fedelmente accesa. Aveva 92 anni di età e 61 di vita religiosa. Chissà se addormentandosi, nella sua ultima sera, avrà pregato come in sua poesia, una delle poche – guarda caso! – non datate, per cui potrebbe benissimo starci proprio la data del suo traguardo pasquale: «Buona notte o Signore,/ m’hai dato un altro giorno/ che più non tornerà./ Buona notte Signore/ ora chiudendo gli occhi,/ tutto scomparirà:/ il bello e il brutto/ di questo giorno/ avvolta nelle tenebre/ in pace/ in braccio a te,/ io dormirò tranquilla./ Mi sveglierò?/ Se sì,/ grazie pel nuovo giorno,/ se no,/ perdona le mie colpe/ e prendimi con te./ Amen».
In una poesia datata 1 gennaio 1973 aveva scritto: «Ti ringrazio per tutta la mia vita/ così com’essa è stata./ […] Grazie mio Dio/ per tante tue premure/ per i tuoi spogliamenti dolorosi,/ per le mie gioie/ per i dolor palesi/ e quelli ascosi;/ grazie o imprevedibile Signore,/ sì, grazie,/ e grazie ancor/ per il tuo amore».
Anima di profonda vita interiore e di preghiera, silenziosa, ordinata e precisa, gran parte della sua vita l’ha donata a intere generazioni di allievi che hanno attinto da lei come a stabile e sicura sorgente di cultura classica e spiritualità. Preparatissima nell’ambito letterario, aveva una estrema capacità di sintesi creativa e propositiva e sapeva trasmettere a tutti quella sapienza che irradiava, allo stesso tempo, amore per le opere degli uomini e venerazione per l’Opera di Dio.
Ella ha insegnato soprattutto con la vita che la persona umana è una creatura meravigliosa, con tante risorse e potenzialità, con quella scintilla del Divino impressa nell’anima che la fa grande nonostante la sua piccolezza creaturale; è un essere in divenire, in cammino, capace di imparare e maturare attraverso la vita stessa e quanto di più bello, in persone e mezzi, il Signore gli offre. Tra questi anche la cultura. Perché tutto è dono, tutto è grazia! «Arpa sfiorata/dalla mano/ potente e delicata/ flauto che il fiato riempie/ voglio cantare/ il grazie della vita» (1992).
Con l’umiltà che le era propria nonostante la poderosa cultura, insieme alla semplicità e alla modestia, ha vissuto nella sua completezza iniziale il motto benedettino “ora, lege et labora”. L’accrescimento del sapere in lei non è mai stato una forma di compensazione, ma un aiuto alla vita dell’anima.
La sua penna è sempre stata oltremodo feconda. Amava trascrivere stralci significativi dei libri che leggeva, annotava con cura ciò che riteneva importante e, soprattutto, faceva una ininterrotta lectio Divina. Un ascolto sapienziale e docile della Parola di Dio che ne ha plasmato la vita. «Su questa brevità che è la vita/ su questo niente/ s’è posato Dio,/ ha messo/ la sua Vita onnipotente./ Ora la vita/ come Lui/ non muore: è diventata eterna,/ è infinita» (3 agosto 1986).
Suor Margherita, Polizzi Edizioni, Catania 1987; offerta libera