Iniziative
Corso di Canto Gregoriano
Da alcuni anni nei locali della scuola del monastero si tengono degli eccellenti e qualificati corsi di canto gregoriano organizzati dalla rettoria di San Nicola l’Arena in collaborazione con i docenti del corso di Canto Gregoriano Cantemus Domino della Porziuncola – Assisi: prof. Giovanni Conti, maestro Maurizio Verde ofm, prof. Claudio Accorsi e prof. Alessandro De Lillo.
Obiettivo dei corsi – destinato a maestri di coro, cantori e musicisti, sacerdoti e religiosi, cultori e amatori del canto gregoriano – è consentire, attraverso un cammino progressivo, una lettura generale ma precisa del “fenomeno” gregoriano inteso nella sua più profonda natura come attuazione pratica nella liturgia, secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II.
Vengono fornite le nozioni fondamentali prestando particolare attenzione agli aspetti storici, liturgici, semiologici e relativi alla prassi esecutiva. Un cammino che lascia aperta la possibilità di ulteriori approfondimenti specialistici, stimolando lo studio e l’analisi, sempre condotti sulla strada del rapporto inscindibile testo-melodia. Il corso prevede lezioni teoriche collettive unitamente ad esercitazioni d’assieme.
Coordinatori sono i maestri catanesi Franco Lazzaro e Mariella Milone. Il maestro Lazzaro, presentando i dettagli del corso di gregoriano ha sottolineato come esso costituisca un’esperienza unica non solo dal punto di vista musicale ma anche spirituale. Ha inoltre posto l’accento sul fatto che il gregoriano non è solamente o semplicemente un canto sacro legato alla liturgia: il legame tra testo, melodia e ritmo, infatti lo rende un’esperienza straordinaria, riuscendo ad elevare il livello interpretativo in qualsiasi genere musicale.
Corso di liturgia
Entusiasmo, partecipazione, amicizia, ricchezza di contenuti e altro ancora sono gli ingredienti che rendono particolarmente fruttuoso il corso di liturgia tenuto dall’abate dom Ildebrando Scicolone osb, noto liturgista presso il monastero.
Nato dal desiderio della priora madre Agata Fede che da tempo desiderava per la comunità monastica un approfondimento liturgico e dall’intuizione di dom Ildebrando di aprire le porte anche agli oblati e a quanti tra coloro che frequentano il monastero potevano essere interessati al corso, ha preso il via nel mese di febbraio 2019 con lezioni quasi settimanali sino alla fine di giugno.
Impareggiabile e accattivante la didattica di dom Ildebrando, unitamente alla straordinaria preparazione in materia, ha reso ogni lezione speciale momento di formazione spirituale. Sia le monache che i numerosi partecipanti, hanno infatti vissuto questa occasione come un dono di grazia.
Partendo dalla definizione di liturgia, don Ildebrando ha articolato questo primo anno come approfondita introduzione generale facendo percorrere un viaggio nella storia e nei contenuti della liturgia dalle origini al Concilio Vaticano II sino alla lettura iniziale della Sacrosanctum Concilium. Il proseguo sarà oggetto dei corsi successivi che il carissimo Relatore ha programmato complessivamente come triennio.
È significativo che laici impegnati nel cammino di fede sentano urgente il bisogno di conoscere, amare e vivere la liturgia con consapevolezza e, a loro volta, “contagiare” altri con l’entusiasmo che questa bella esperienza ha accresciuto via via a gloria di Dio e a beneficio di ciascuno di loro, sia per la vita interiore personale sia per il contesto ecclesiale nel quale sono attivi in vario modo.
Corso di liturgia 2019/20
Tenuto da: Dom Ildebrando Scicolone
Su: Battesimo, Confermazione ed Eucaristia
Lunedì ore: 17-18.30
Gli Oblati benedettini secolari
Le fraternità degli oblati benedettini secolari sono, oggi più che mai, una incisiva testimonianza di quel primato di Cristo sul quale è incentrata la Santa Regola e, di conseguenza, la vita dei monaci e di quanti trovano in essa una proposta valida e radicale di vita cristiana. Attratti dal clima spirituale del chiostro, gli oblati offrono la loro oblazione al Signore nel servizio di quel particolare monastero alla cui spiritualità hanno deciso di orientare il loro cammino di fede. L’oblato ha una sua specifica identità che lo pone, con un ruolo e un carisma proprio, all’interno della famiglia benedettina, ma sempre nella specificità di laico che vuole approfondire e vivere in pienezza il proprio battesimo. Troviamo infatti scritto nello Statuto degli oblati (n. 2): «L’oblato benedettino secolare è il cristiano, uomo o donna, laico o chierico che, vivendo nel proprio ambiente familiare e sociale, riconosce e accoglie il dono di Dio e la sua chiamata a servirlo, secondo le potenzialità ed esigenze della consacrazione battesimale del proprio stato; si offre a Dio con l’oblazione, ispirando il proprio cammino di fede ai valori della Santa Regola e della tradizione spirituale monastica». L’oblato, pertanto, è chiamato a vivere in modo deciso e forte il Vangelo nel mondo odierno, nello sforzo di una crescente armonizzazione di sé, così da rendere evidente quella maturazione umana alla sequela di Cristo che la spiritualità benedettina incoraggia, offrendo strumenti e indicando percorsi alla portata di tutti.
Ed è a partire dal Vangelo e dalla Regola benedettina che l’oblato acquisisce una capacità di lettura sapienziale della sua fede e del suo vissuto imparando a considerare la vita personale, familiare, di lavoro e le relazioni umane come luogo della manifestazione di Dio. Impara a guardarsi e a riconoscere se stesso e gli altri come un dono, avendo di mira quella priorità della cura dell’anima che è lo specifico del carisma benedettino che ha scelto di seguire come faro di luce proiettato sulla propria storia personale e collettiva. Ed è questa cura del proprio percorso spirituale, cura che non prescinde mai dalla carità e dalla comunione con gli altri, che costruisce nel cuore dell’oblato una cella. Allora il suo intimo si apre per essere abitato dalla Trinità in un modo particolarmente intenso e che non lo distoglie dalle cure e dagli affanni del mondo, ma lo equilibra, strutturandolo nella dimensione del dono che costruisce. Un dono che si arricchisce grazie all’incontro con la Regola, con i monaci e monache della comunità di appartenenza, con gli altri oblati con cui si confronta e con i quali instaura non un rapporto formale, bensì profondamente esistenziale. Il suo cuore diventa così il chiostro monastico, quella piccola fetta di cielo che lo apre alla Trascendenza, quella preziosa cellula di un contesto più grande, ma nel quale si sente gioioso e irripetibile membro vivo, chiamato ad apportare il suo contributo, la sua creatività, i talenti che il Signore gli ha affidati da trafficare per il meglio. L’oblato, attratto inoltre dal silenzio e dalla pace irradiante dal monastero, vive e fa proprio lo stile di vita della comunità monastica: vita liturgica, lectio divina, raccoglimento, condivisione fraterna, lavoro volto alla glorificazione di Dio ecc. Di conseguenza la sua vita personale, la sua casa e quanto fa parte del suo mondo, riflettono l’ambiente monastico dal quale si sente affascinato e che ha scelto come modello di spiritualità. Ed ecco che l’oblato, “stabile” scolaro nella scuola del servizio divino, si pone alla ricerca di Dio facendo proprio il motto ora et labora nell’impegno quotidiano di una vita che vuol essere riempita da Dio, spesa per la sua gloria, tesa alla propria e altrui umanizzazione. In tutto questo l’oblato è aiutato dalla guida dell’Abate (Abbadessa) o dell’assistente, è incoraggiato dall’esempio di vita dei monaci (o delle monache) e sostenuto dalla loro preghiera. Ma se da un lato la comunità monastica è dono e ispirazione per gli oblati, in quanto ne impregna il cammino di fede e il modo in cui vivere la propria spiritualità, gli oblati, a loro volta, sono dono l’uno per l’altro, lievito e ricchezza tra i vari membri del gruppo, ma sono anche dono per la comunità monastica, non solo in quanto ne costituiscono il prolungamento nel mondo, ma anche perché con le loro richieste spirituali ne tengono continuamente desto lo stile di vita, l’urgenza di una coerenza sempre fedele alla loro consacrazione. La presenza di un gruppo di oblati secolari è un dono prezioso per una comunità monastica, un dono per la Chiesa, un dono di Dio e che a Dio vuole ritornare.
La fraternità degli oblati benedettini secolari del nostro monastero si riunisce una volta al mese di domenica dalle 9.00 alle 12.00. Quando è giornata di ritiro si pranza in monastero e si conclude con il canto del vespro con la comunità monastica alle ore 17.00